recensioni Stefania Sabatino
Presentazione di Maresa Galli
Recensione scritta e pubblicata in occasione della mostra personale "Reflexes" presso lo Studio d'Arte Le Muse di Napoli, 2010.

Le donne immaginate dalla Sabatino hanno curve generose, avvolte in colori caldi, sensuali, ricchi di sfumature. Le sue tele raccontano di corpi "Risucchiati dal Vulcano", di "Fusion" con l'universo, di "Vibrazioni" cosmiche, di "Infinito" e mostrano mani in movimento, mani crocifisse, mani che suonano un pianoforte con un uso del cromatismo che esplode in pura energia o in riflessioni color blu notte - ad avvolgere la finitudine. L'artista che supera provocatoriamente i limiti eleva il proprio corpo al rango di opera d'arte, devastandolo-sfigurandolo per completare la trasformazione e rinascere rimettendosi in discussione. Il nuovo Io si mostra allo specchio e riflette immagini del Sé che ci etichetta e rinchiude in una visione. Un rimando goffmaniano di specchi offre quest'immagine contorta, parcellizzata del vero Sé - la comunicazione è sempre più mediata, distorta dalla rete, nella società liquida che non favorisce l'empatia globale ma si limita ad aggregare individui. Il corpo non è più il primo approccio alla personalità ma è ciò che distrae e allontana. Nel mondo contemporaneo, che non ama i lunghi progetti di vita di sartreana memoria, è più facile perseguire obiettivi immediati, abbandonando il pensiero critico. Ragazze giovanissime ricorrono al chirurgo estetico come al guru che dispensa felicità e successo, persone che non accettano di invecchiare si fanno tirare e torturare per indossare abiti imposti, scomodi e brutti perché altro da Sé, donne giunoniche si torturano per dimagrire perdendo femminilità e sensualità. Nella società di massa che genera insicurezze e aumenta a dismisura i desiderata, non resta che seguire modelli stereotipati per sentirsi "liberi" - il grande inganno.
Le forme devono significare, per la Sabatino, armonia, accoglienza, rifiuto dell'imitazione, per ritrovare se stessi nel socratico appello alla ragione, alla verità interiore, unica ricerca capace di condurre ad una qualche felicità terrena.
Maresa Galli
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